LE AZIONI

"Manifesto" utilizzato per le giornate in piazza di Ottobre 2015, fiera "tuttaunaltracosa" in Piazza Ariostea, Ferrara

La crisi del 2007-2008 è stata solo l’ultima di una lunga serie di grandi crisi causate dalle speculazioni finanziarie. 
Sebbene la storia economica sia lastricata di disastri causati da finanza, banche, multinazionali, deregulation e globalizzazione e sia sempre stata levigata da false soluzioni come austerità e privatizzazioni, questa volta per noi è stato diverso.

Partecipiamo
Ci siamo accorti che gli Stati oramai non avevano più remore ad intervenire in aiuto di chi aveva causato la crisi, a socializzare le loro perdite e a peggiorare la vita dei propri cittadini attraverso genuflessioni al sistema finanziario.

Abbiamo osservato che gli Stati non intervenivano a sostegno della gente con le classiche armi a loro disposizione di politica economica, spesa pubblica, controllo della politica monetaria e difesa delle produzioni nazionali ma anzi inseguivano parametri strani, decisi da entità esterne alle loro comunità, che si traducevano inesorabilmente in disoccupazione, diminuzione e peggioramento dei servizi quali istruzione e sanità, innalzamento delle età pensionabili e pensioni stesse che si abbassavano, insieme agli stipendi di chi non veniva licenziato.

Andiamo tra la gente
Abbiamo visto che lo Stato, un’entità giuridica costituita per essere al servizio e alle dipendenze dei bisogni dei cittadini, lavorava in realtà per qualcun altro, le “istituzioni europee” e la BCE, e questo qualcun altro lavorava a sua volta per interessi sovranazionali, mercati finanziari e banche.

Ci siamo impegnati, confrontati e per anni abbiamo seguito le previsioni di crescita degli economisti accreditati che rimandavano costantemente all’anno successivo miglioramenti mai avveratisi.
E poi ci siamo resi conto che non solo il presente ma anche il futuro sarebbe stato grigio, forse nero, perché stavano svendendo tutte le nostre aziende migliori, i beni pubblici e adesso, in piena crisi, anche beni essenziali come l’acqua.

Parliamo con la gente
Abbiamo capito che stiamo andando incontro a un domani in cui il lavoro sarà una concessione e 800 euro al mese una fortuna, le pensioni saranno da fame e non ci saranno beni pubblici perché saranno stati venduti per recuperare qualche ridicolo punto percentuale di debito pubblico. 

Un domani senza Stato e senza tutele dove i soldi sono dati alle banche che ne decidono l’utilizzo a seconda dei propri interessi, con una classe dirigente dai lauti stipendi e privilegi, avulsa dalla società reale.

Ci incontriamo tutti i martedì
Siamo cittadini, persone che danno il loro contributo come singoli e come Gruppo. 
Pensiamo che la soluzione alla crisi economica passi attraverso la comprensione, la partecipazione, l’attenzione. 
Quello che succede oggi non deve continuare per forza, un altro modo è possibile. 



Non aspettiamo di essere tutti più poveri per svegliarci, facciamolo da subito.


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