articolo tratto dal blog di Marco Cattaneo bastaconleurocrisi qui
Uno
Stato che emette la propria moneta non ha bisogno di indebitarsi. Se desidera
immettere potere d’acquisto nell’economia, spendendo più di quanto preleva in
tasse, non deve fare nient’altro che emettere moneta per la differenza.
Questo
non significa che l’emissione monetaria possa essere espansa all’infinito. Se
l’emissione monetaria alimenta domanda per beni e servizi reali in misura
eccedente le capacità produttive dell’economia, non stimola produzione e
occupazione, ma solo crescita dei prezzi - quindi inflazione.
Il
punto da aver chiaro, tuttavia, è che nel momento in cui si parla di “debito
pubblico” si sta facendo riferimento a una situazione in cui lo Stato spende
soldi (al netto delle tasse incassate) la cui emissione è demandata a un
soggetto parzialmente o totalmente indipendente dallo Stato stesso. Si tratta,
ovviamente, della Banca Centrale.
Se le
Banca Centrale dipendesse integralmente dallo Stato, o addirittura se non
esistesse affatto – se l’emissione monetaria, in altri termini, fosse affidata
a un ufficio statale – il concetto stesso di “debito pubblico” sarebbe privo di
significato.
Lo
Stato non dipenderebbe dalla volontà di soggetti terzi per introdurre potere
d’acquisto nella propria economia, mediante spesa netta effettuata nella moneta
legale dello Stato stesso. Sarebbe libero di determinare il livello della spesa
netta in funzione dei suoi obiettivi di promozione dell’occupazione e di
stabilità dei prezzi.
Poiché
il potere d’acquisto immesso in circolazione si traduce in risparmio del
settore privato, lo Stato potrebbe offrire un servizio di gestione di questo
risparmio permettendo a chi lo desidera di lasciarlo depositato presso
un’apposita agenzia statale, e riconoscendo un tasso di remunerazione (un
interesse) dipendente dal vincolo di durata del deposito.
Ma non
sarebbe indispensabile farlo, e se lo si facesse non avrebbe senso affermare
che lo Stato si è “indebitato”, e che deve “gestire le finanze pubbliche”
tenendo conto delle esigenze di “rifinanziamento del debito”.
L’indebitamento
dello Stato esiste solo se e in quanto l’emissione di moneta è demandata a un
soggetto diverso dallo Stato medesimo, implicando che quest’ultimo debba
prendere a prestito da qualcuno l’eccesso di spesa che ritiene opportuno
immettere nell’economia.
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